Negli anni '30 il gipeto, il più grande rapace nidificante d’Italia, si è estinto sulle Alpi a seguito della persecuzione da parte dell’uomo condizionata da false credenze che portarono a considerarlo una minaccia per il bestiame e a denominarlo “avvoltoio degli agnelli”. I gipeti che oggi vediamo volare sulle nostre montagne sono frutto di un progetto di reintroduzione avviato nel 1986. Da allora il monitoraggio della specie, che avviene in particolare attraverso osservazioni dirette, fotointerpretazione, giornate di osservazione in contemporanea, telemetria satellitare, è il più importante strumento per studiarne gli spostamenti, l'evolversi della presenza e garantirne la conservazione. A tale scopo, dal 1997 è nata la Rete Osservatori Alpi Occidentali (ROAO), di cui l'Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie fa parte, con il compito di raccogliere dati e segnalazioni. Le informazioni sono gestite da IBM International Bearded Vulture Monitoring che fa riferimento a VCF Vulture Conservation Foundation e si occupa della gestione dei dati sulle osservazioni dei gipeti. Chiunque avvisti un gipeto e voglia collaborare al progetto può inviare la segnalazione all'Ente. Foto Paolo Marre
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